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Fårikål Norvegese (stufato di cavoli e agnello)



Amici carissimi, ecco le due ricette  hanno vinto la mitica coccardina di ‪#‎Sedici_fruttatifioriti‬! Ormai è ambitissima...e vincerla è sempre più difficile, perchè quasi 100 persone ogni mese si dilettano con il nostro contest basato sulla "Grammatica dei sapori". Io oggi saluto ufficialmente l'estate soddisfatta e felice, perchè due piatti così sono un arrivederci settembrino che riempie il cuore...
Grazie a tutti i partecipanti, e complimenti a queste due Super donzelle, Simona e Alexrandra che vi consiglio di tenerle d'occhio...sono magiche...



E dopo 6 mesi dall’inizio di questo contest siamo giunte alla temutissima famiglia dei sapori carnosi. Temutissima perchè noi siam sei donzelle di gusti delicati e soavi, per cui preferiamo folleggiare intorno a fiori e frutti, piuttosto che avventarci su animaletti dagli occhi dolci brandendo la mannaia. Alle origini di questo gioco però c’è una specie di patto segreto e inviolabile, e cioè che La grammatica dei Sapori sarebbe diventata la nostra Bibbia. Integralmente, senza eccezioni. Noi abbiamo deciso di esplorare insieme il mondo dei sapori secondo Niki Segnit, quindi non ci tiriamo indietro, anche se, purtroppo, questa famiglia esclude le nostre (tante) amiche vegetariane o vegane, anche se molto probabilmente la carne non è il nostro alimento preferito, e anche se, a guardar la voglia avremmo fatto tutte una ricetta di pollo o di manzo. Per fortuna abbiamo tutte dei fidanzati, compagni, mariti, che apprezzano i sapori carnosi più di noi. Quindi, alla fine anche questo mese la ruota della grammatica gira con 5 curiose ricette sui nostri blog! Io ho l’Agnello, sapore intenso e testardo e questi sono gli abbinamenti consentiti dalla Segnit:

Agnello&Acciuga; Agnello&Aglio; Agnello&Albicocca; Agnello&Aneto; Agnello&Anice; Agnello&Arachide; Agnello&Black pudding; Agnello&Cannella; Agnello&Cappero; Agnello&Carciofo Romanesco; Agnello&Cardamomo; Agnello&Castagna; Agnello&Cavolo; Agnello&Ciliegia; Agnello&Cipolla; Agnello&Cumino; Agnello&Foglie di coriandolo; Agnello&Formaggio di capra; Agnello&Frutti di mare; Agnello&Limone; Agnello&Mandorla; Agnello&Melanzana; Agnello&Menta; Agnello&Navone; Agnello&Noce Moscata; Agnello& Patata; Agnello&Piselli; Agnello&Pomodoro; Agnello&Rabarbaro; Agnello&Rosmarino; Agnello&sedano; Agnello&Zafferano.


La famiglia dei carnosi si divide così*:
Pollo
Tacos di pollo, avogado e cipolle caramellate
Maiale
Noodles saltati in padella con burro d’arachidi
Arrosto di lonza di maiale alle cinque spezie cinesi e castagne
Fegato
Sticks fritti di fegato con composta di cipolle
Manzo
Bistecca alla Tartara
Agnello
Io

*ci sarebbe anche il Black pudding, ovvero salsiccia di sangue, ma causa difficile reperibilità dell’ingrediente l’abbiamo eliminato dal gioco.

Ora le solite info. tecniche:
-si gioca dal 16 settembre al 13 ottobre 2015 con la famiglia dei sapori Carnosi.
-ricordate di specificare chiaramente l’abbinamento che intendete interpretare con la vostra ricetta e di esporre il nostro bel bannerino nel post.
-si può partecipare con UNA sola ricetta appositamente creata e fotografata per Sedici, e con uno solo degli abbinamenti della grammatica ( sappiamo che ve ne vengono in mente molti altri, ma, per quanto parziale e soggettiva- noi seguiamo questo libro e la sua classificazione come una Bibbia).



E finalmente la mia ricetta, che interpreta l’abbinamento Agnello&Cavolo:

Nella mia famiglia abbiamo un’ abitudine stupidella: il giorno del proprio compleanno il festeggiato può decidere cosa mangiare e anche la torta su cui spegnere le candeline. Ora, come sapete, ladolcemetà è un giramondo dai gusti robusti, selvatici e a dir poco inediti! Per cui, cosa mi ha chiesto secondo voi per onorare degnamente i suoi 32 anni? Il Fårikål. Sì, per il 29 di agosto mi ha chiesto uno stufato di agnello e cavoli assaggiato a Oslo qualche anno fa. Pare che la nostalgia di questo piatto per lui fosse struggente, una roba tormentante, simile al “mal d’Africa” e alle più dolorose consunzioni dello spirito. Ciò nonostante, complici il gran caldo di fine agosto, ben 3 torte meravigliose e 2 feste, sono riuscita a rimandare questo benedetto Fårikål. Si aspettavano temperature più autunnali, o, volentieri, anche l’oblio! Dopo qualche giorno mi sono messa a sfogliare “La grammatica dei sapori” per scegliere l’abbinamento da interpretare, e cosa trovo? La Segnit che, anche lei, si dilunga sulla bontà del Fårikål. Insomma, due indizi fanno una prova. L’universo tramava contro di me. Sembravo l’unica a non aver mai sentito nominare questo piatto, anzi, a non aver mai immaginato l’idilio tra Agnello&Cavolo. Come potevo vivere ignorando il piatto nazionale norvegese, che, addirittura ha un giorno a lui consacrato (ogni anno l’ultimo giovedì di settembre)? L’ ignoranza è una brutta bestia (anche sulle papille), e una promessa è una promessa. Quindi, ecco il mio Fårikål (a proposito, si pronuncia: «Forrycoal» )! Ladolcemetà gongola leccandosi letteralmente i baffi rossicci unti d’agnello (forse è un Vichingo e non lo so), e io ho saziato l’alchimista dei sapori che è in me!

Dato che, come ho scritto, io non ho mai assaggiato l’originale di questo piatto, e ladolcemetà aveva idee piuttosto vaghe in proposito, ho fatto qualche ricerca prima di mettermi all’opera: tutti i libri, siti e blog di cucina che ho consultato indicavano sostanzialmente questi due procedimenti.
1. agnello e cavolo coperti di acqua e fatti bollire per 3 ore.
2. agnello e cavolo cotti rapidamente separati e poi uniti in conclusione per amalgamare i sapori.
Io ho scelto la seconda, che mi è sembrata una versione un po’ più moderna, capace di ridurre notevolmente i tempi di cottura. Considerate che questo piatto ha origini rustiche e contadine, per cui era fatto nelle fattorie, quando a settembre si macellavano gli agnelloni estivi. Ovviamente nel Fårikål dei tempi andati non ci finiva di certo la coscia, ma tutte le parti meno nobili (ricche di grasso e ossa) che non trovavano altri impieghi. La lunga cottura serviva, appunto a estrarre il meglio da queste parti povere. Cosa che oggi, non è più necessaria. Altra nota: l’olio extravergine di oliva. Non sarà filologico, ma così questo Fårikålè buonissimo, leggero e gustoso.

p.s: come avrete notato questo piatto NON è fotogenico nè bello d’aspetto...Cosa di cui si lamenta praticamente ogni blog di cucina che ho letto con questa ricetta. Ho pensato quindi di evitare artifici e belletti: uno stufato di cavolo rimane tale anche in un piatto d’oro. D’altronde questo non è un fashion blog...e ho creduto bene che puntare alla sostanza (anche nell’immagine) fosse il modo migliore per rendere onore a questo cibo bruttarello ma immensamente buono, e corroborante e felice!

Fårikål”
Ingredienti:
1 kg di polpa di agnellone
1 kg di cavolo verza o di cavolo cappuccio
2 cucchiai di farina 00
brodo vegetale
pepe nero in grani
bacche di ginepro
olio extravergine d’oliva ( o burro)
sale

Procedimento:
-Tagliare la carne in pezzi omogenei e non troppo grossi (ridurrete così i tempi di cottura).
-Mondare il cavolo e tagliarlo in striscioline sottili. Portare a bollore un pentolone di acqua non salata e sbollentarvi il cavolo per circa 3 minuti dalla ripresa del bollore. Scolarlo e tenerlo da parte.
-Infarinare i dadi di carne, scaldare 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente e rosolarvi i bocconi di carne su tutti i lati. Quando la carne sarà ben colorita spegnere il fornello.
- In un tegame capiente scaldare qualche cucchiaio di olio e “ripassare” il cavolo appena sbollentato. Dopo pochi minuti aggiungere la carne di agnello, il pepe in grani, le bacche di ginepro, il sale e coprire il tutto con 3 mestoli di brodo vegetale caldo. Incoperchiare e fare sobbollire dolcemente per 30/40 minuti rimestando ogni tanto (comunque sino all’assorbimento completo dei liquidi).
-Servire caldo con patate bollite e acquavite (mi dicono che quest’ultima sia imprescindibile).

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